TREND AUTUNNO/INVERNO: LA TUTA
Per l'autunno inverno 2020 torna immancabile la tuta sportiva.
Nata nel 1919 e diventata famosa grazie allo sport e all'hip-hop, la tuta oggi viene rivista da ogni designer fino a diventare un capo quasi d'alta moda.
Si deve al Movimento Futurista l’ideazione della prima tuta: è il 1919 e l’artista italiano Thayat insieme al fratello Ram inventano la ‘Tu-Ta’, capo d’abbigliamento che infrange i codici borghesi del vestire con un pezzo composto da un solo elemento a forma di T che rende tutti uguali (in francese tout-de-même, termine che poi si contrae in ‘tuta’).
Fu Madeleine Vionnet, ad ogni modo, a introdurre la tuta all’interno delle collezioni femminili. Questo accadde, però, dopo accordi ben precisi con l’artista fiorentino, che per Madame firmò un contratto come disegnatore.
Nel 1923 arriva Varst, tuta operaia pensata da Aleksandr Rodchenko con la moglie Varvara Stepanova.
La tuta sportiva modello diventato un archetipo del vestire contemporaneo nasce nel 1965 e adotta ai lati di gambe e braccia le famose tre bande della multinazionale sportiva.
Dalla fine degli anni Settanta fino a tutti gli Ottanta, sarà l’hip-hop americano a trasformare la tuta in un capo culto indossato da celebrità, musicisti e artisti.
Tra le pop star che avrete visto in tuta: David Bowie nell’alter ego di Ziggy Stardust nel 1972, Freddie Mercury con un modello a scacchi, Mick Jagger con quella disegnata da Ossie Clark, e poi ancora Cher, gli Abba e i tanti famosi dello Studio 54, la leggendaria discoteca di New York, come Diana Ross, Liza Minelli e Bianca Jagger. Al cinema divenne celebre quella verde smeraldo indossata da Farrah Fawcett in Charlie’s Angels, prima di essere rimpiazzata per fama da quella di Uma Thurman in Kill Bill.
La tuta sportiva modello diventato un archetipo del vestire contemporaneo nasce nel 1965 e adotta ai lati di gambe e braccia le famose tre bande della multinazionale sportiva.
Dalla fine degli anni Settanta fino a tutti gli Ottanta, sarà l’hip-hop americano a trasformare la tuta in un capo culto indossato da celebrità, musicisti e artisti.
Tra le pop star che avrete visto in tuta: David Bowie nell’alter ego di Ziggy Stardust nel 1972, Freddie Mercury con un modello a scacchi, Mick Jagger con quella disegnata da Ossie Clark, e poi ancora Cher, gli Abba e i tanti famosi dello Studio 54, la leggendaria discoteca di New York, come Diana Ross, Liza Minelli e Bianca Jagger. Al cinema divenne celebre quella verde smeraldo indossata da Farrah Fawcett in Charlie’s Angels, prima di essere rimpiazzata per fama da quella di Uma Thurman in Kill Bill.
La tuta è quindi diventata un abito versatile da portare ogni giorno senza pensarci troppo, che sta più o meno bene a tutte le forme del corpo e che può essere reso facilmente più elegante o informale nel corso della giornata.
“Questo capo, infatti, riesce a rendere informale e più giovane tutto il guardaroba tradizionale. Aggiungendo un'aspetto più quotidiano e più contemporaneo all’abbigliamento formale”.
Maria Luisa Frisa
Un capo pratico e chic nel quale sentirsi a proprio agio, a ogni età e quale che sia la propria taglia, dentro e fuori casa.
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